1000 Giorni a tavola: l’educazione alimentare dalla gravidanza ai primi anni di vita del bambino

16 Ottobre 2020

“Siamo quello che mangiamo”

(L. Feuerbach) 

 

Anche l’alimentazione, come ogni altro aspetto della vita umana che consideriamo “naturale”, è fortemente condizionato dal contesto ambientale, sociale e culturale in cui nasciamo, cresciamo e viviamo. È importante tenerne conto quando si affronta il tema dell’educazione alimentare, definita dall’OMS come quel “processo informativo ed educativo utile al miglioramento dello stato nutrizionale degli individui, attraverso la promozione di adeguate abitudini alimentari”. 

L’educazione a una sana e corretta alimentazione è una parte importante nella costruzione dei percorsi di supporto alla genitorialità che mettiamo in campo per le famiglie prese in carico, fondamentale per promuovere la salute delle donne in gravidanza e delle neo-mamme e favorire nei bambini una crescita armoniosa, prevenendo problemi che potrebbero sorgere in futuro. 

La prevenzione inizia già in gravidanza, come siamo soliti ricordare in occasione dei nostri incontri “Scuola di mamma: attività di accompagnamento alla nascita e ai primi compiti genitoriali”, parte del progetto “We C.A.N, realizzato grazie ai fondi dell’8×1000 alla Tavola Valdese. Assumere abitudini nutrizionali sane e corrette riduce sensibilmente l’insorgenza di problemi derivanti da uno squilibrio alimentare, dall’eccesso della manipolazione del cibo e dall’aumento di peso. Lavorando con le future mamme nell’ambito del programma 1000 Giorni sottolineiamo l’importanza di bere due litri di acqua al giorno, mangiare alimenti vari e di diversi colori, moderare le quantità di carboidrati, prediligere le proteine di origine vegetale presenti nei legumi, nella frutta secca, nei semi e nei cereali integrali, arricchire ciascun pasto principale con frutta e verdure di stagione. 

Una sana alimentazione in gravidanza favorisce inoltre il benessere del feto che, nelle ultime settimane di gestazione, comincia ad assaporare attraverso il liquido amniotico i cibi ingeriti dalla madre, con un ritorno positivo anche in termini di “conoscenza” di un’ampia varietà di sapori che ritroverà nel latte materno.

La promozione dell’allattamento al seno è un altro importantissimo tassello di questi percorsi di educazione alimentare. Sappiamo infatti che il latte materno è l’alimento più adeguato ai fabbisogni nutrizionali del neonato, ricco di sostanze nutrienti perfettamente assimilabili e bilanciate e di anticorpi che proteggono il bambino dalle infezioni. In linea con le indicazioni dell’OMS, consigliamo alle future mamme che seguono i nostri percorsi di accompagnamento alla nascita di iniziare ad allattare entro le prime due ore di vita del neonato, di allattare a richiesta e in modo esclusivo per i primi sei mesi di vita, di introdurre cibi appropriati dopo il sesto mese di vita del bambino. 

Le neo-mamme che partecipano alle nostre attività imparano inoltre che l’allattamento al seno è per il lattante un’esperienza multisensoriale: mentre riceve il nutrimento il bambino stabilisce con la madre un contatto visivo, tattile, vocale e comincia ad attivare i primi scambi sociali che avranno un impatto significativo anche sulle sue relazioni affettive. Il bambino acquisisce inoltre un modello di alimentazione autonoma e autoregolata, indispensabile alle successive tappe evolutive.

Con l’avvio di una alimentazione complementare il bimbo passa da un’alimentazione prettamente liquida, a base di latte materno o formulato, a un’alimentazione solida o semisolida, con sapori e consistenze diversi, ricca di nutrienti e composta da farine, brodi, proteine animali, frutta e verdura. Fondamentali in questa fase sono le abitudini alimentari di tutta la famiglia: oltre a manifestare interesse per il cibo, infatti, il bimbo che inizia a svezzarsi tende a imitare ciò che vede attorno a sé, anche al momento dei pasti. Già dal sesto o settimo mese di vita il piccolo potrà sedere a tavola con i grandi e iniziare a portare il cibo alla bocca, sotto la supervisione del genitore. Probabilmente riconoscerà odori e sapori passati nel liquido amniotico e nel latte materno e, con i suoi tempi e i suoi ritmi, inizierà un’esperienza nuova e “nutriente”, in tutti i sensi. In questa fase ciò che raccomandiamo alle donne che si affidano al lavoro di Pianoterra è l’importanza dell’osservazione del bambino per cogliere segnali di disponibilità o rifiuto: così come il neonato sa regolare la sua richiesta di latte, anche il bimbo è infatti portato ad attivare un processo di autoregolazione alimentare.  Proporre pietanze colorate e dall’aspetto invitante, permettere al bambino di manipolare il cibo, garantire un ambiente sereno e rilassato, senza il disturbo di televisione o altri schermi aiuteranno il piccolo ad acquisire abitudini alimentari corrette che si porterà dietro per tutta la vita.